Liberato riporta tutto a casa

Partì tutto il 9 maggio del 2018 con quel concerto improvvisato ospitato dalla Rotonda Diaz, sul lungomare di Napoli, che radunò migliaia di ragazzi provenienti da ogni angolo della città partenopea e dintorni. Sì, certo, erano già uscite “Nove maggio”, “Tu t’e scurdat’ ‘e me”, “Gaiola portafortuna”, “Me staje appennenn’ amò” e “Intostreet”, che avevano già macinato milioni di ascolti sulle piattaforme di streaming, facendo del misterioso cantante napoletano molto di più che una semplice sensazione. Però quel pomeriggio ci si rese davvero conto di cosa fosse capace Liberato con i suoi show a metà strada tra happening, installazione e concerto vero e proprio. Da allora sono passati cinque anni e mezzo. Le tante indiscrezioni circolate sulla presunta identità della voce di “Nove maggio”, talvolta contraddittorie, hanno reso ancora più fitto il mistero. Nel frattempo il fenomeno Liberato si è in qualche modo “normalizzato”: oggi non dà più appuntamenti misteriosi ai fan sui social, quando si tratta di fare concerti. E fa show che non sono esattamente flash mob improvvisati in quattro e quattr’otto. La favola di Liberato ha assunto dimensioni in qualche modo epiche: basti pensare che per i tre concerti in programma domani sera, domenica e poi ancora lunedì in Piazza del Plebiscito a Napoli, uno dei templi della musica dal vivo partenopea, una piazza che può contenere fino a 30 mila persone che negli anni ha ospitato gli eventi di star della musica napoletana come Pino Daniele e Gigi D’Alessio ma anche giganti internazionali come Elton John e Bruce Springsteen, sono sold out da settimane.
L’attesa per il tris di concerti è alle stelle: saranno 90 mila in tutto gli spettatori che tra domani e lunedì si ritroveranno sotto il palco allestito in Piazza del Plebiscito a cantare le hit che in questi anni hanno permesso a Liberato di sviluppare quella storia partita nella primavera del 2017, quando il video di “Nove maggio”, diretto da Francesco Lettieri, cominciò ad essere fatto circolare con maestria dall’entourage del misterioso artista napoletano - ormai è il segreto di Pulcinella, per restare a Napoli: dietro ci sarebbe l’etichetta romana Bomba Dischi, la stessa che ha lanciato Carl Brave, Franco126, Pop X e Calcutta, quest’ultimo ritenuto coinvolto nel progetto - nelle bolle social, prima che anche i media generalisti si affascinassero al progetto e ne scrivessero.
Gli show napoletani di Liberato, tra l’altro, sono diventati quattro. Ai tre in Piazza del Plebiscito se ne è aggiunto in questi giorni un quarto, ma a porte chiuse: martedì il misterioso cantante si esibirà nel carcere di Poggioreale, nel giorno della festa di San Gennaro, il patrono della città partenopea. Un evento sui generis che non può non stuzzicare la fantasia, considerando che secondo vecchie teorie Liberato non sarebbe altro che un detenuto di Nisida la cui produzione rientrerebbe in un programma per il recupero di ragazzi che stanno scontando una pena all’interno del penitenziario minorile (è un caso il fatto che Liberato abbia fatto un cameo anche in “Mare fuori”, suonando la sua “Me staje appennenn’ amò” durante uan festa all’interno dell’immaginario IPM, istituto penitenziario minorile di Napoli, liberamente ispirato proprio al carcere di Nisida?).
Dopo i concerti che negli scorsi mesi l’hanno visto girare l’Europa al grido di “We come from Napoli”, portando per certi versi la curva dello Stadio Diego Armando Maradona, nell’anno magico dello scudetto, nei club delle principali città Europee, da Berlino a Parigi, passando per Londra, Liberato riporta tutto a casa. Pronto a dare vita a un evento destinato ad essere un momento storico non solo per la sua storia, ma anche per la città, che sta vivendo un periodo d’oro: quello del misterioso artista promette di essere un tributo indimenticabile a Napoli, alla sua gente e alla cultura popolare che anima la città.